Archive for the ‘attualità’ Category

Il G8 e L’Aquila – Augias comment

Wednesday, July 15th, 2009

I terremotati di L’Aquila forse hanno sperato che i potenti della Terra ,riuniti nella loro città per decidere i destini del mondo,avrebbero anche deciso , in quella particolare occasione , di dare un aiuto a chi vive in una tenda e a chi, perso il lavoro , non ha mezzi di sostentamento.
Invece si viene a sapere che i rappresentanti degli Stati più potenti dl mondo non hanno alcun potere di decidere. Eppure tutti gli anni si riuniscono nei luoghi più disparati del pianeta , discettano sui gravi problemi dell’umanità senza decidere nulla per il fatto che non ne hanno il potere.
C’è allora da domandarsi perché mai stampa e televisione se ne siano occupate non soltanto con larghezza di mezzi ma anche in forma ossessiva.
Non ho poi capito neppure le proteste popolari . Non essendo possibile alcuna decisione , contro che cosa erano rivolte?
L’incontro di L’Aquila si è rivelato una fiera delle vanità che offende la miseria dato che si è svolto proprio in mezzo ad essa.
Da otto anni tutto il mondo ripete che il G8 è morto . Solo la banda dei politici e dei giornalisti italiani non lo sa.

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La crisi iraniana – Augias comment

Tuesday, June 23rd, 2009

Una delle soluzioni,solitamente messa in atto dalle dittature, è la repressione sanguinosa. Così avvenne a Budapest e a Praga ai8 tempi8 dell’Unione Sovietica e a Tienamen in Cina. Ma questi Stati erano macigni e qualunque aiuto esterno,al di là della solidarietà,significava una guerra totale.
Oggi l’Iran è uno Stato isolato. Al di là di qualche staterello di poco conto, non ha alleati. Di fatto è uno Stato terrorista alleato soltanto con organizzazioni terroristiche.
La repressione è possibile ma sarebbe una prova di “bètise” che non garantirebbe a lungo la durata del regime.
La dimensione e l’imponenza delle dimostrazioni popolari autorizzano a pensare che esista una spaccatura anche ai vertici del potere. L’arroganza di Kameney e del suo “Gauleiter” noin sono un pericolo solo per la pace nel mondo ma anche per l’Iran stesso. Ed è ciò che avrebbero avvertito i comitati che sovrintendono la politica del Paese. Esiste una milizia al servizio dell’attuale leadership. Ma esiste anche un esercito nazionale che potrebbe appoggiare la parte moderata del potere.
Saggezza vuole che le due parti trovino un punto d’equilibrio.
Se così non fosse, il rischio non sarebbe solo la guerra civile ma anche la destabilizzazione dell’intera area medio-orientale.

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Teheran giugno ‘09 – Augias comment

Tuesday, June 23rd, 2009
Le dimostrazioni di Teheran e delle più importanti città iraniane (Isfahan ecc.) sono un esempio collettivo dei ciò che ho già,altrove, definito “disperazione della libertà”.
I brogli elettorali sono solo un pretesto. L’esigenza delle folle, l’essenza della loro rivolta veramente imponente è la libertà,individuale e collettiva, da contrapporre a una dittatura fanatica, dichiaratamente schierata contro la pace nel mondo.
Queste dimostrazioni non hanno nulla a che vedere con quelle del ’79 guidate da Komeiny.Allora si trattava di un potere assoluto religioso che voleva disarcionare un potere assoluto laico,quello dello Scià. Si passò,come si suol dire, dalla padella nella brace. Allora c’era la guerra fredda e sarebbe lungo crogiolarsi nei particolari di quel tempo.
Oggi la posta in gioco è la libertà, l’aspirazione alla democrazia, contro un potere teocratico che la nega.
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“Il caso Eluana”

Monday, June 1st, 2009

Il problema non è la vita o la morte di Eluana. Il problema è la libertà.
Solo Eluana può scegliere di vivere o morire. Se qualcuno al di fuori, sia esso Dio o lo Stato, decidesse in sua vece, violerebbe il più sacro dei diritti dell’uomo, ossia violerebbe la libertà individuale di Eluana.
In assenza di una dichiarazione scritta di pugno di Eluana nessuno può decidere nulla. Solo la Scienza potrebbe decidere, ammesso che giunga ad una conclusione scientifica, se il sondino è una cura necessaria o un espediente per conservare una vita artificiale dato lo stato permanente vegetativo della ragazza, stato vegetativo che dura da diciassette anni.
A questo punto interviene la dichiarazione del padre sulla volontà di Eluana quando ancora era in vita. Vera o falsa, la decisione è affidata alla Magistratura.
Vari ordini di giudizio, oltre quello della Corte Europea dei diritti dell’uomo, decidono sulla veridicità della dichiarazione. Per cui deve essere rispettata la scelta attribuita ad Eluana, ossia la sua libertà.
Il discorso può concludersi qui. Anche la vita e la morte devono sempre commisurarsi con la libertà. Senza la libertà, la vita e la morte non avrebbero alcun senso.

Sul terremoto di L’Aquila e paesi limitrofi.

Wednesday, April 8th, 2009

“Il faut réduire le hasard au minimum”. Così Sartre negli anni ’40. Occorre ridurre il caso al minimo.
Una società civile, una democrazia moderna deve saper contenere la potenza distruttrice delle calamità naturali, rappresentate addirittura da uno dei quattro cavalieri dell’Apocalisse. Voltaire, nel “Terremoto di Lisbona” vuole che l’uomo impari a dominare questi eventi catastrofici.
Qualcuno ha detto che i terremoti, almeno approssimativamente, sono prevedibili ed ha rischiato, come ai tempi della Santa Inquisizione, di finire in galera.
Gli esperti di Scienza, ufficializzati nelle istituzioni pubbliche, hanno dichiarato che i terremoti non sono prevedibili “in modo assoluto” dimenticando che tutti gli assoluti sono caduti alla fine dell’ottocento con la fine del positivismo e dello scientismo. Il famoso “Dio è morto per compassione verso gli uomini” di Nietzsche.
Uno scienziato non istituzionalizzato ha dichiarato che prevedere i terremoti non è impossibile.
Oggi in Giappone avvengono terremoti senza morti e non tutte le case crollano. Molte restano intatte. E non si tratta di miracoli.
L’organizzazione e le tacnologie anti-sismiche offrono i mezzi per contenere, “réduire au minimum”, i danni delle calamità.
L’importante è non essere assoluti in negativo.

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Paradosso in Vaticano

Monday, March 19th, 2007

Un vociare ossessivo contro un milione di coppie, un silenzio assoluto per un miliardo di credenti offesi nella loro fede.

Un grande vociare,incessante e ossessivo, contro la legalizzazione di qualche milione di coppie omosessuali e, nel contempo, un silenzio assoluto di fronte alla strumentalizzazione blasfema ,a basso scopo di lucro, del Cristo, strumentalizzazione che offende la sensibilità di un miliardo di cristiani ed anche il senso comune dei laici che, in nome della loro morale della libertà, si preoccupano anche della dignità dei cristiani. Cosa,questa, che i cattolici non fanno nei riguardi dei laici. Di qui la superiorità della morale classica nei confronti delle morali religiose.

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Usque tandem Catilina?

Monday, February 19th, 2007

Sull’irresponsabilità politica dell’ONU, dell’Europa e dell’Italia
di mandare soldati armati solo di fucile
fra terroristi armati di razzi.

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L’Iran e i nostri mass-media come elogio della barbarie

Friday, January 12th, 2007

Dopo la morte (così io penso) di Bin Laden, gli occhi allucinati del fanatico leader iraniano sono diventati il punto di riferimento delle numerose organizzazioni terroristiche. Queste organizzazioni sono completamente indipendenti, mai collegate fra di loro per ragioni di sicurezza. I maggiori responsabili della notorietà di questo leader sono i mass-media occidentali, specialmente italiani, che avallano le menzogne e le follie iraniane.

Continua su http://www.etudes-augias.com/comunicati/005-iran_barbarie.htm

Salvate la piccola Maria!

Monday, November 13th, 2006

La piccola Maria è un caso mondiale: una sfida di barbarie fra Bielorussia e Italia.

In Bielorussia una bambina di dieci anni, chiamata Maria, è stata picchiata, seviziata e violentata in un orfanotrofio di Stato.Rifugiata in Italia, ospite di una famiglia che l’amava e l’ama, sembrava salva.Le autorità italiane, invece di darle asilo politico, la fanno ricercare dai carabinieri i quali, con un blitz (sic!), l’arrestano e la consegnano ai suoi carnefici in Bielorussia.Questi sono i fatti nudi e crudi, ossia una sfida di barbarie fra Bielorussia e Italia.Quale tribunale potrà giudicare questo crimine contro l’umanità?La Russia, egemone nella sua regione ha difeso la Bielorussia. Per cui è fuori gioco. L’Europa, egemone nei riguardi dell’Italia, non esiste e nessuno Stato europeo, a nome o no dell’Europa, si è espresso. L’ONU si è espresso chiaramente inserendo l’Italia, uno dei due paesi barbari, nel Consiglio di Sicurezza. Sicurezza di chi?Della piccola Maria, ormai in mano ai suoi persecutori e pertanto in pericolo di vita per colpa dell’Italia? Non resta che affidarsi al buon cuore di Condoleezza Rice, in quanto rappresentante della più grande potenza del mondo, affinchè chieda a un tribunale internazionale di intimare alla Bielorussia di liberare immediatamente la bambina trasferendola in un Paese neutrale (ad es. Svizzera) e incrimini le autorità bielorusse e italiane per delitti contro i diritti umani.La piccola Maria è un caso mondiale perchè i crimini contro l’umanità sono un fatto mondiale.

Dalla Palestina alla Siria

Monday, November 13th, 2006

Il problema del Medio Oriente si è spostato dalla Palestina alla Siria.
I Palestinesi hanno un Paese, un Parlamento. Sono liberi di vivere in pace. se preferiscono il terrorismo di Hamas, diventano un problema di ordine pubblico. un fatto di cronaca. Nulla di più. Il mondo non ha più alcun interesse ideale per essi. Hanno stancato tutti.La Siria, al contrario, dopo aver ritirato dal Libano le sue truppe d’occupazione, ha conservato la sua influenza su questo Paese facendo da “trait-d’union” fra l’Iran e gli esbollah per la consegna delle armi a questi terroristi.Ma Teheran ha superato il segno dando ordine agli esbollah di provocare la guerra contro Israele. Il risultato è che il Libano è ridotto ad un ammasso di rovine.Bloccata la guerra per intermediazione dell’ONU, anche se confusamente, la Siria si trova ora fra le pressioni di Condoleezza Rice, che la vuole spingere fra i Paesi arabi moderati, e le pressioni di Teheran che teme di rimanere isolata. Di conseguenza la Siria deve decidere. E bisogna che decida in fretta.In ogni caso non è difficile prevedere che il mondo dovrà rinunciare almeno per una decina d’anni al petrolio iraniano.