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VERSIONE ITALIANA

“Nel nome di Matteotti” e l’Università del Michigan

Contemporaneamente a “Contro”, il libro scritto da me e pubblicato nel 1968, è stato riscoperto dall’Università del Michigan un libro sulle Brigate Matteotti della Resistenza italiana che citava il mio nome come uno dei vice-comandanti. L’Università è entrata in possesso di una copia che ha generosamente ristampato e messo nella biblioteca a disposizione degli studenti. Dato che ormai sono uno dei pochi sopravvissuti delle Brigate Matteotti, mi sento in dovere di dare una ultima testimonianza per la storia di queste brigate. In una mia revisione storica del dopoguerra descritta nel Comunicato n.10, scaricato dal mio sito a decine di migliaia di copie in tutto il mondo, io ho raccontato la disintegrazione del partito socialista ad opera, complice Nenni, di cattolici e comunisti che, dopo il 18 aprile ’48, diedero origine al regime catto-comunista. In questo processo di disintegrazione vennero presi di mira specialmente i matteottini che, in nome del martire e di Filippo Turati, avevano conservato intatta l’identità socialista sull’esempio dell’Inghilterra, della Svezia e dei paesi del Nord Europa. La grande massa, che aveva votato compatta nel ’46, si divise invece tra filo-cattolici e filo-comunisti. I socialisti autentici, ossia i “matteottini”, venivano emarginati con ogni mezzo. Si cominciò ad emarginare, in modo squallido e brutale, il fondatore e comandante generale delle Brigate Matteotti Corrado Bonfantini di Novara, che io amavo perchè gli avevo fatto da staffetta nei momenti in cui la vita non valeva nulla. Corrado fu colpito persino nel lavoro e nella famiglia. Ricordo che abbiamo pianto insieme. Il partito di Nenni e di Morandi era finanziariamente a carico del partito comunista. Agli inizii degli anni ’70 De Martino e Mancini assoldarono Martuscelli, magistrato in aspettativa, come presidente dei probiviri del partito col compito di liquidare, anche senza motivazioni, i matteottini ancora esistenti. Dico “assoldarono” perché i due segretari gli avevano promesso il seggio senatoriale di Salerno in cambio di questo lavoro sporco. Ma i due segretari non mantennero la promessa e il Martuscelli, sentitosi ingannato, rivelò tutto a molti giornali italiani, compreso il Corriere della Sera che, in archivio, conserva certamente questa documentazione. Non c’è che da richiedergliela. Non posso che ringraziare l’Università del Michigan per essersi ricordata di noi. E la pregherei, per la verità storica, di allegare al libro disponibile in biblioteca sia questo blog che il citato Comunicato n.10. Del che ringrazio di cuore.

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